Eleonora Barmasc

Io sono l'Universo e l'Universo è in me

“Arcani” Presentazione

Molto s’è detto, molto s’è scritto, molto s’è agito intorno ai Tarocchi; strumento di divinazione o percorso iniziatico, archetipi o specchi di un io profondo: nel corso dei secoli si è cercato di interpretarne il mistero.  Qualcuno ne fa risalire l’origine ai templi dell’antico Egitto, altri ne danno notizie riferite a siti indoeuropei, altri ancora li associano alla kabbalah. Li si trova nei salotti ottocenteschi, nei romanzi d’appendice, nelle taverne e nelle osterie. Jung li gioca nel campo dell’autoconoscenza. Oggi visualizzazione e meditazione sono parole di cui si fa uso abnorme e i Tarocchi vi sono associati.

A me piace sposare la suggestione che li considera lo strumento potente d’una riflessione che si sviluppa a più livelli, abbracciando aspetti diversi e punti di vista cangianti. Mi piace ascoltarne la voce, mi piace perdermi dentro le immagini che raccontano, mi piace percepirne la fascinosa musica.

Il linguaggio degli Arcani è sinestesico perché non solo tocca tutti i canali sensoriali, ma li mescola creando una forma comunicativa unica nella pluralità delle sue manifestazioni. Ecco perché ognuno, posto di fronte ad un Arcano, vede se stesso e il mondo in un continuo rimando: l’eterna corrispondenza che declina “Come sopra così sotto, come dentro così fuori, per compiere l’Uno”.

 E.B.